Tutto è uno
Con un profondo passo verso il risveglio spirituale possiamo trovare anche il benessere psicofisico.
Le esperienze che facciamo nella nostra vita concorrono a costruire la nostra identità. Questa è quell’idea che creiamo di noi stessi che, se da un lato ci definisce, dall’altro però ci fa sentire come separati dal Tutto. L’idea dell’Io va infatti a creare una separazione da quello che Io non è e a generare così una visione duale della vita.
Ci sentiamo dunque come parte distinta e separata dalla vita stessa, mentre non siamo altro che una sua manifestazione.
Questa visione dualistica alimenta il nostro ego e così iniziamo a pensare che ci sia qualcosa di bello e qualcosa di brutto, qualcosa di giusto e di sbagliato, qualcosa che è bene o che è male, senza renderci conto che tutto questo fa parte delle manifestazioni della vita e che tutto è ciò che è. Le divisioni, anche a livello mentale, non aiutano nel cammino del benessere psicofisico.
Dobbiamo solo imparare ad accoglierlo, liberandoci dal giudizio della mente e tornando alla vera essenza delle cose.
L’uomo si sente frammentato quando non è in contatto con l’Assoluto, con il vero Sé.
Advaita Vedanta
Un esempio del Tutto è uno
Riportiamo un esempio molto chiaro dal testo di Rupert Spira, La presenza consapevole.
La sensazione del vento sul volto è un’unica sensazione, ma il pensiero la concettualizza frammentandola in due apparenti oggetti: il vento e il volto. In realtà la sensazione è una sola e potremmo chiamarla ‘ventovolto’. La divisione di ‘ventovolto’ in vento e volto è una divisione concettuale che sembra dividere l’esperienza in due: volto (io) e vento (non io). Il risultato è che la ‘persona’ e il ‘mondo’ sembrano diventare due entità distinte e indipendenti. Per cui diciamo: “Conosco questo e quello “, “sento il vento”, “ti amo” e “vedo l’albero”.
Ad esempio, nella visione di un albero non c’è vedente né visto. Non c’è un ‘io’ interno che vede, né un ‘albero’ che è visto.
‘Io’ e ‘albero’ sono concetti che il pensiero sovrappone alla realtà dell’esperienza, che in questo caso potremmo definire il ‘vedere’. La consapevolezza e la realtà dell’albero non sono due esperienze separate: sono una sola. ‘lo’ e ‘albero’ sono un’unica esperienza, esattamente come il vento e il volto. Non ci sono mai un soggetto e un oggetto dell’esperienza, c’è sempre e soltanto un intimo sperimentare indiviso. Tutto è uno.
Oppure potremmo dire che l’apparente ‘io’ e l’apparente ‘albero’ condividono la stessa realtà, sono la stessa realtà. È solo un concetto, un’idea, che apparentemente li divide.
La separazione è un’illusione e non fa mai parte della reale esperienza. Ciò significa che io non vedo un albero, ma che nell’esperienza del vedere io sono l’albero, sono la sua realtà. L’unica sostanza presente nell’esperienza dell’albero è il vedere, e il vedere, o più genericamente lo sperimentare, è consapevolezza, il nostro sé.
La consapevolezza che è il vedere e la realtà di ciò che è visto non sono due cose separate: sono una sola, identica cosa. Potremmo dire: “Sto alberando”, o “Io, la consapevolezza, sto alberando”. L’essere dell’io e quello dell’albero sono lo stesso essere.
L’essere del sé è l’essere delle cose. La mente, il corpo e il mondo apparenti sono l’io che si incorpora/mentalizza/mondifica.
Attraverso la pratica, e in particolare con la meditazione, possiamo fare un profondo passo verso il risveglio spirituale. E con un profondo passo verso il risveglio spirituale possiamo trovare anche il benessere psicofisico.
Noi di AmaYogaCura ti proponiamo diversi percorsi di meditazione per novizi ed esperti. Li puoi trovare alla pagina Corsi per cominciare, o continuare, il tuo cammino per sentirti anche tu parte del Tutto.