Trova il tuo benessere psicofisico nel sentirti unito agli altri
In un precedente articolo abbiamo parlato del fatto che tutto è uno, che siamo tutti connessi, come fossimo le cellule di un corpo più grande. Non è un’idea così nuova, basti pensare alla teoria di Gaia, per cui tutto e tutti nell’Universo sarebbero parti di un unico organismo pulsante.
Ma perché questo dovrebbe esserci utile per vivere meglio e per combattere l’ansia?
Per esperienza personale sappiamo che più rimaniamo confinati nel nostro senso dell’io, nel nostro sentire che ciò che pensiamo e proviamo è ciò che definisce chi siamo e più soffriamo. Io personalmente ho sempre sostenuto per più d metà della mia vita che io ERO in un certo modo, che io PENSAVO così, che io FACEVO cosà in base a ciò che SENTIVO e pensavo. Ed ero convinta che tutto questo fosse ciò che io ero. Ma poi ho iniziato questo magico cammino di cosiddetta crescita interiore che mi ha portato a capire che tutto quello che mi definiva come “Valentina” era anche al contempo ciò che limitava la mia vera essenza. Perché tutto ciò che pensiamo, sentiamo, facciamo è basato su memorie di ciò che abbiamo già fatto, pensato, sentito.
Per combattere l’ansia è basilare andare oltre a queste programmazioni psico-comportamentali.
Se ciò che io definisco come “io” deriva da tutti questi automatismi e meccanismi neuro-fisiologici, se non mi faccio più toccare da tutto questo, cosa rimane del mio concetto di io? Della mia storia, della mia personalità? Rimane quel substrato che rimane anche negli altri. E che tutti ci unisce, come onde dello stesso mare.
Anima? Atman? Spirito? Energia? Chiamiamolo come vogliamo. È questa cosa qui.
Sentiamoci onde tra le onde dello stesso mare per combattere l’ansia
Sentirci uniti nello stesso mare di energia e nel vederci tutti in balia degli stessi meccanismi, può farci accettare meglio cose che ci innervosiscono, atteggiamenti che non capiamo, perfino situazioni finora intollerabili: se guardiamo le cose da questo punto di vista, ogni cosa può essere capita, magari non del tutto, ma per lo meno un po’ più accolta. Ognuno ha dentro di sé degli automatismi neurofisiologici che lo portano ad avere comportamenti, emozioni e reazioni spesso deleterie per se stesso e per gli altri.
Se non proviamo separazione, possiamo aiutar non solo noi stessi a vivere meglio, ma anche gli altri a provare a manifestare altri aspetti di loro stessi, portando noi nell’ambiente vibrazioni diverse, ovvero informazioni diverse che, a livello fisiologico, possono attivare altri neurotrasmettitori ovvero altri messaggi neuronali che creino altri comportamenti e pensieri. I geni contengono il codice per una proteina specifica, ma come questa si manifesta dipende anche dalle informazioni ambientali (del campo cioè che le circonda). Non tutto è scritto nel DNA, come potete approfondire qui.
Nella nota qui in fondo un piccolo inciso per i più curiosi a livello scientifico. *
Sì, ok, bel concetto filosofico!! Ma nella pratica della vita come si mette in pratica? Partiamo da noi stessi. Proviamo a non sentire separazione dentro di noi tra ciò che percepiamo come positivo e ciò che percepiamo come negativo.
Possiamo imparare dalla natura: ciò che sembra negativo, buio, freddo, tempesta, è solo preludio del suo “opposto”. Così anche dentro di noi.
Proviamo a fare un piccolo esercizio insieme traendo spunto da un versetto del Vangelo:
In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto
Giovanni 12,24
“Se ripensiamo ai momenti più difficili della nostra vita, quelli che, se fosse dipeso da noi, avremmo sicuramente evitato, scopriamo che sono stati essenziali. Spesso da essi qualcosa o tutto è cambiato. Certo dentro di noi qualcosa si è lacerato, ma i risultati sono stati sorprendenti. Se ci si lascia condurre docilmente anche nel dolore non si rimane mai soli, basta non pretendere nulla, fidarsi ed aspettare, sapendo che i tempi di Dio non sono i nostri, ma producono sempre frutto.” Don Antonio
Quale momento difficile della nostra vita è stato una pietra miliare della nostra crescita? Quale aspetto difficile della nostra vita attuale potremmo considerare in un modo diverso, aspettando, come fossimo un seme sotto terra, di sbocciare e tornare a vedere la luce?
Il seme è lo stesso, sia sotto terra sia quando diventa albero ci avevi mai pensato?
Una volta sentita questa unione degli opposti dentro di noi, sarà naturale il passaggio a sentirci uniti agli altri, ad accettarli coi loro difetti e con ciò che ci infastidisce, cercando di vedere le loro ombre come semi in procinto di sbocciare. Magari anche grazie al nostro supporto. E accettare gli altri e le circostanze esterne per quello che sono è uno dei principali modi per combattere l’ansia!
Ma prima, cominciamo da noi stessi.
E tu sei pronto? 😎
* La porzione di DNA che si trasforma in proteine (i geni) e che ci caratterizza, è influenzata dall’ambiente circostante che attiva (o meno) la capacità di espressione proteica che si traduce in risposte biologiche e fisiologiche che a loro volta influenzano la trasmissione neuronale (attivando una delle migliaia di neurotrasmettitori nelle vescicole dei neuroni: quando arriva un impulso esterno si risvegliano determinati neurotrasmettori e non altri e questi mandano un messaggio nello spazio sinaptico sotto forma di elettricità che si lega ai ricettori. Questo processo fa sì che dall’impulso di base si abbia una risposta cellulare, emotiva e poi comportamentale.