Imparare a seguire i propri ritmi personali per liberarsi dallo stress
Uno dei modi per combattere l’ansia e amare di più se stessi è quello di rispettare i propri tempi. Tutti possono farlo e senza ricorrere a dottori o medicine!!
Ogni cosa che accade in questo universo segue ritmi scanditi in successioni di flussi che si alternano in una misura che viene definita tempo: il giorno e la notte, le fasi lunari, l’alternanza di inspirazione ed espirazione, il battito del cuore. Tutto si alterna come in una danza. Pensieri, relazioni, emozioni. La famosa danza di Shiva, la Tandava, rappresenterebbe proprio questo alternarsi eterno di opposti e la Spanda Karikas è un testo bellissimo che onora proprio la pulsazione dell’Universo.
Imparare dalla natura a riconoscere questi flussi, può venirci in aiuto per combattere l’ansia. Come? Riconoscendo anche i nostri ritmi personali che spesso non rispettiamo per rispettare le esigenze altrui, del lavoro o di altre priorità. Ognuno ha un suo personale ritmo, non solo per quanto riguarda ciò che avviene nel nostro sistema nervoso e in ogni nostra cellula, ma anche nelle personali velocità nel fare, pensare, reagire.
Come la tartaruga e la lepre, tutti noi ci muoviamo nella vita con un ritmo unico.
La classica storia della tartaruga e della lepre ci ricorda che le persone vivono e prendono la vita a velocità diverse. Un modo non è necessariamente migliore di un altro. Nella favola di Espoo infatti è l’animale più lento che arriva a destinazione per primo. Allo stesso modo, alcuni di noi sembrano muoversi molto velocemente sia attraverso i problemi e gli ostacoli, e anche nei pensieri e nella creatività. Sembrano quasi frenetici agli occhi degli altri. Altri hanno invece bisogno di lunghi periodi di tempo per elaborare i propri sentimenti e passare a nuovi stati di consapevolezza. E potrebbero parere molto lenti a chi invece ha un’attitudine più veloce. Per coloro che si percepiscono come veloci, può essere doloroso ed esasperante avere a che fare con il ritmo più lento di qualcun altro. Tuttavia, proprio come la tartaruga e la lepre, alla fine arriviamo tutti insieme alla stessa destinazione.
Assecondare i propri ritmi aiuta ad amare se stessi
Aver paura di essere lenti o veloci per non “ferire” o “deludere” gli altri sottopone il nostro corpo, e la nostra mente, ad uno stress notevole.
Io personalmente so benissimo cosa voglia dire. Sono un vulcano, ho mille idee creative, studio molto velocemente, mi alzo presto e faccio tante cose anche se spesso non mi sembra di aver fatto tutto quello che avrei voluto. Scrivo, leggo, pratico, insegno. Mi rendo conto di essere davvero fin troppo veloce anche per me a volte! E spesso, per non far sentire pressati gli altri frenavo il mio entusiasmo e la mia creatività. Sia in ambito lavorativo che nelle relazioni di qualsiasi altro tipo. Ma piano piano ho capito che, se da un lato sicuramente non pressava gli altri, sicuramente non faceva bene a me. Ho ridotto la frenesia, ma il mio ritmo è comunque veloce. E se mi impongo troppa lentezza ne risento.
È stato un grande insegnamento perché avevo sempre visto la mia velocità come qualcosa di negativo, di lontano dalla vera spiritualità. Sicuramente essermi sforzata di cambiare ritmo per un po’ mi ha aiutato ad uscire dalla mia confort zone. Certo la lentezza mi ha fatto riflettere meglio su certi aspetti della vita e mi ha fatto trovare la giusta misura, per me, nel fare, pensare, agire. Ora non mi impongo più di essere più lenta di quello che mi rende… me stessa. E la mia qualità di vita è nettamente migliorata.
Sfida te stesso: trova la tua misura nell’assecondare i tuoi ritmi
Le persone che si prendono il loro tempo sono probabilmente una minoranza nella maggior parte del mondo di oggi. Viviamo in un’epoca in cui la velocità e la produttività sono apprezzate più di ogni altra cosa. Per questo motivo, al contrario di quello successo a me, le persone che scorrono a un ritmo più lento non sono in sintonia con il mondo e sono spesso assillate e spinte ad andare più veloci e a fare di più. Questo può essere non solo frustrante, ma anche controproducente, perché lo stress di essere spinti a muoversi più velocemente di quanto si sia in grado di fare rallenta il progresso.
Qualsiasi sia il nostro stile di vita, se viene onorato e sostenuto, troverà la sua strada per realizzarsi con i suoi tempi. Se siamo tartarughe potremmo battere al traguardo persone più veloci ma più facilmente distratte. O, viceversa, una persona apparentemente frenetica potrebbe essere semplicemente in grado di elaborare input più velocemente, ma con la stessa qualità. Amare se stessi vuol dire riconoscere le nostre modalità di essere e onorarle. Conoscere noi stessi è riconoscere la nostra natura intrinseca, ciò che gli induisti chiamano dharma, i taoisti tao, i greci logos.
“È importante ricordare che non stiamo facendo una gara per arrivare prima di qualcun altro e che è difficile giudicare dalle apparenze se una persona ha fatto più progressi di un’altra. Sia che ci si consideri tra i più veloci o tra i più lenti, tutti possiamo trarre beneficio dal rispetto del ritmo che chi ci circonda sceglie per sé. In questo modo, possiamo tenere gli occhi puntati sul nostro viaggio, sapendo che alla fine ci ritroveremo tutti insieme.”
Per scrivere questo articolo ho preso spunto da uno dei dailyom che ricevo in inglese. Vi consiglio di iscrivervi, danno spesso spunti interessanti per vivere meglio.