Come le tecniche di meditazione si adattano alle varie epoche per lo stesso fine: il nostro benessere psicofisico
Le tecniche di meditazione sembrano qualcosa di così lontano dalla nostra cultura, anche se ormai tutti ne parlano e tanti già ne conoscono i benefici. Sembrano qualcosa legata al passato o alla filosofia new age, ma nulla di concretamente legato al vivere contemporaneo. Eppure, nella mia esperienza personale di insegnante e allieva, mi sto rendendo conto che le tecniche di meditazione si adattano non solo alla singola persona, ma anche all’epoca storica in cui si vive. È come se si adattassero ai cambiamenti del modo di pensare (e anche ai cambiamenti del modo di usare la struttura cerebrale). Un po’ come il numero delle scarpe cambia col crescere del piede!
Sempre, dalla notte dei tempi, queste tecniche appunto chiamate di meditazione ma che potremmo anche definire tecniche per usare meglio il nostro cervello, hanno avuto e tuttora hanno un unico e solo intento: liberarci dalla sofferenza e condurci a quella che nella filosofia induista è appunto chiamata liberazione – Moksha, Apavarga, Kaivalya a seconda dei testi di riferimento. Questa liberazione dai klesha, le sofferenze appunto che ci tengono bloccati in una vita poco soddisfacente, parte da un modo di prendersi cura di sé diverso da quello a cui siamo abituati.
Prendersi cura di sé in modo consapevole
Prendersi cura di sé è in genere qualcosa che rimettiamo nelle mani di qualcun altro o qualcos’altro, pur essendo un controsenso, sebbene non lo sembri per come siamo abituati a pensare. Ma pensiamoci un attimo: se qualcuno o qualcosa ci induce a star meglio, chi è che compie questa cosa che è lo star meglio? Noi stessi…
In genere andiamo dal medico se stiamo male fisicamente. Ci facciamo fare un massaggio se vogliamo rilassarci. Passiamo del tempo con gli amici per svagarci. Andiamo ad una mostra per trovare il senso del bello. Ed è tutto “giusto” per carità! Anche noi facciamo le cose che ci fanno star bene anche e soprattutto quando il criceto ricomincia a girare nella gabbietta.
Ma quello che la pratica millenaria della meditazione insegna, anche con tecniche di meditazione per principianti, è che tutto ciò che rimettiamo nelle mani di qualcosa o qualcuno all’esterno di noi, in realtà lo possiamo trovare già dentro di noi. Sì, anche la cura. A meno che non si tratti di effettive mutazioni genetiche, la maggior parte delle malattie deriva da una manifestazione non funzionale del genoma. Questa a sua volta dipende dall’ambiente, dai pensieri, da come ci nutriamo, come spiega il medico Deepak Chopra in questa bellissima intervista.
Abbiamo già dentro di noi tutto ciò che ci serve per prosperare, per curarci, per sanarci. Per essere felici. Quello che le tecniche di meditazione insegnano – in tutte le epoche e con strumenti che alle epoche si adattano a seconda anche di come si sviluppa lo stato di coscienza stessa – è che prendersi cura di sé significa tornare a casa. Significa tornare a sentire quello che abbiamo dentro. Significa riuscire ad avere la consapevolezza che davvero l’universo è dentro di noi e che possiamo sentire tutto ciò che vogliamo sentire indipendentemente dalle circostanze. Lo so, sembrano discorsi che non hanno niente a che fare con la vita problematica di tutti i giorni. Ma so anche quanto i problemi per noi si siano nettamente ridotti da quando ci prendiamo cura di noi in questo modo.
Le tecniche di meditazione ci aiutano a trovare la presenza della forza vitale dentro di noi
Come? Permettendoci di sperimentare dentro di noi tutto ciò che in genere ricerchiamo fuori. E come si fa? Meno male che hanno inventato questa cosa magica che è la meditazione!!
Ultimamente mi stavo un po’ arrovellando per trovare un punto di incontro tra la nostra “reverenza” alle tradizioni antiche e le nuove tecniche meditative poco tradizionali diciamo. E poi finalmente è arrivata l’intuizione. Come spesso accade, la risposta non arriva quando fai la domanda, ma arriva quando meno te lo aspetti se lasci il tempo alla vita di darti la risposta. Che poi, in realtà, è già appunto dentro di noi, essendo noi stessi la vita.
Le tecniche di meditazione cambiano e si modellano appunto nel corso del tempo: al giorno d’oggi ne abbiamo così tante a disposizione che ognuno può e deve trovare quella più adatta a sé, se vuole combattere l’ansia e lo stress in modo naturale e definitivo. Non occorre entrare in un monastero o avere ore da dedicare a questa cosa che all’inizio pare toglierci tempo invece di darcelo. La meditazione non è sempre e solo legata allo stare sul tappetino, ma è un modus vivendi che puoi portare con te in ogni cosa che fai.
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