Ma serve davvero meditare? Ecco come fare meditazione
Eccomi di nuovo a trattare di un tema così caldo: come fare meditazione. Tante persone pensano che sia troppo complicato o di non avere abbastanza tempo. Altre sono convinte che meditare serva solo se hai bisogno di rilassarti o sei hai dei problemi interiori da risolvere.
Da un lato tutte queste osservazioni sono vere: meditare è complicato come tutte le cose nuove che ancora non si sanno fare. Meditare richiede tempo, come qualsiasi altra attività che ci si impegna a fare. Meditare ci aiuta a rilassarci e a risolvere problemi interiori, come, e io oserei dire anche meglio, di una psicoterapia.
Se vogliamo quindi iniziare a meditare e a capire come fare meditazione, dobbiamo prima di tutto accertarci con noi stessi di volerlo fare davvero. Anche “solo” per risolvere effettivamente problemi che ci angustiano. Dico solo perché il fine della meditazione, quella che hanno tramandato induisti e buddisti, è altro.
Nella meditazione, lasci la superficie per andare in profondità. Prendi coscienza di un livello dell’esistenza al di sotto e al di là dell’attività frenetica dei pensieri.
Ulrich Ott
Ma sicuramente meditare aiuta a vivere nettamente meglio. Io, personalmente, ho iniziato a meditare proprio per liberarmi dalle paure e dall’ansia che mi impedivano di vivere col sorriso.
E ho continuato a farlo, e continuo a farlo tuttora, perché, esattamente come l’EMDR e il neurobiofeedback, la meditazione cambia i percorsi neurali ricreando nuove reti che diventeranno poi abitudinarie. Cosa vuol dire: che meditare blocca e ribalta gli schemi autosabotanti e tutti quei pensieri ricorrenti che ci mandano in loop e li sostituisce con modi di essere, comportarsi e sentire decisamente più salutari, efficaci e gioiosi.
La prima regola per fare meditazione
Se vuoi capire come fare meditazione, la prima cosa che devi capire è che occorre avere fiducia e costanza in un processo che richiede tempo. Viviamo in un’epoca in cui abbiamo tutto e subito e siamo abituati a gettare la spugna se non vediamo subito i risultati. Ma meditare non è come prendere un Brufen per farci passare il mal di testa. Eppure ha la stessa efficacia. Si ha fiducia nelle medicine, no? Le si prende e ci si affida al loro potere, senza sapere come esse agiscano. In caso il Brufen non avesse successo, se ne prende un altro e via.
Ecco, meditare richiede la stessa fiducia che rimettiamo in poteri esterni a noi: nelle medicine, nei consigli, nelle visite dallo psicologo, nelle chiacchierate con un esperto, nelle iniziazioni di un Lama, negli abbracci e negli insegnamenti di un guru. Meditare richiede di aprirci alla fiducia in noi stessi. E in quella “cosa” che ci tiene in vita e che spesso solo meditando ritroviamo dentro di noi. Lo spirito? Boh, io la chiamo l’energia vitale, il flusso vitale, il principio vitale. Solo scoprendolo in me stessa la mia vita ha acquistato un senso e un sapore mai avuti prima.
Se è vero che per vedere risultati la meditazione richiede tempo, è altrettanto vero che non è necessario meditare mezzora al giorno!! Io ho cominciato con 3 minuti un giorno sì e uno no. Come per ogni cosa nuova non possiamo passare da zero a 100 subito. L’importante è essere costanti nel scegliere di voler proseguire nella pratica. Vi assicuro che ne vale la pena perché davvero si possono avere risultati pazzeschi ormai scientificamente provati.
Perché dovresti meditare? Ecco le prove scientifiche
In questo studio sono stati comprovati i benefici per chi soffre d’insonnia, in quest’altro la riduzione di rischio di infarto o ictus, in quest’altro ancora la riduzione di ansia e stress. Nelle mie specializzazioni in ambito psicosomatico e per disabilità, per la gestione dei traumi e per la cura dei DCA ho potuto approfondire oltremodo quanto lo yoga e la meditazione siano davvero una medicina naturale. So per filo e per segno cosa succede nel corpo e nella mente quando si medita o si pratica yoga e se anche tu sei interessato a capire questi meccanismi neurofisiologici, puoi approfondirli o cominciare ad approcciarli con un uno dei miei corsi online o con uno dei miei libri: in essi abbino neuoroscienze e neurobiologia alla pratica meditativa e alle conoscenze filosofiche orientali.
Come puoi leggere in quest’altro studio la meditazione comporta “diversi segni di rilassamento generale, evidenti dai cambiamenti nella variabilità della frequenza cardiaca, nella frequenza respiratoria e nell’attività ritmica dell’EEG e […] modelli di concentrazione mentale evidenti soprattutto nelle registrazioni EEG”.
La meditazione è uno stato di coscienza associato a specifici correlati fisiologici e neurali.
Ma non sempre serve sapere i perché di tutto, se non si è curiosi come una scimmia come me! Lo abbiamo detto prima: se prendiamo un Brufen non è che per forza dobbiamo sapere quali processi una semplice pillolina stia mettendo in atto dentro di noi. Semplicemente sappiamo che in un lasso di tempo più o meno breve, la pillolina farà effetto.
Ecco, la meditazione prende solo un lasso di tempo più lungo, ma i disturbi che risolve, li risolve definitivamente. Non come il Brufen che siamo costretti a prendere ogni volta che il mal di testa ci ritorna. D’altronde, come spiega Carlo Rovelli nel suo strepitoso “L’ordine del tempo” la variabile tempo è ormai stata eliminata nella nuova fisica newtoniana, possiamo provare a cambiare paradigma anche noi no?!
Consigli pratici per come fare meditazione
Ora ti darò tutti i suggerimenti pratici che ho seguito io per cominciare a meditare. Se sei dubbioso, se non riesci a stare fermo, se preferisci fare sport per scaricare l’energia in eccesso, ma senti la voglia di approdare anche alla meditazione, ecco come fare. Io ero esattamente come te: pensa che prima di cominciare a fare yoga facevo spinning 3 volte alla settimana per scaricare il nervoso!
- Ritagliati un lasso di tempo che sai di poter rispettare e che si confà ai tuoi ritmi. Come dicevo qui sopra io ho cominciato con 3 minuti un giorno sì e un giorno no.
- Imponiti (sì!) di stare fermo per quei 3 minuti. Già questo è una forma di meditazione perché ci porta fuori dai nostri schemi “normali”
- Comincia a rallentare il respiro – la scienza lo conferma: rallentare il respiro, rallenta il battito del cuore e di tutti i ritmi oscillatori del corpo, compreso quello delle onde cerebrali che determinano gli stati ansiosi.
- Continua, con costanza e tenacia, a spostare l’attenzione dai pensieri che ti affollano la mente alle sensazioni che provi nel corpo e a come il ritmo del respiro cambi queste percezioni.
- Non preoccuparti se i pensieri continueranno ad arrivare, tu continua imperterrito a spostare l’attenzione da essi al corpo e al respiro. Loro cesseranno di tornare e sai una cosa? Continueranno a farlo anche quando sarai esperto. Ma il punto è proprio questo: la meditazione non ti porta in stati di coscienza esorbitanti o da LSD, ti porta a sperimentare quiete e benessere al di là dei pensieri e perfino quando sei oberato dai pensieri! Perché imparerai che tu sei ciò che sta dietro a essi, ma che, paradossalmente, sei anche ciò che permette a essi di manifestarsi.
Potrai piano piano sperimentare anche tu uno stato di non dualità tra te stesso e il mondo che ti circonda: il fine della meditazione è proprio il Samadhi, che significa “unire con”. Il termine definisce l’unione cosmica del meditante con il principio vitale che scorre in tutto e tutti e che, piano piano, potrà diventare il tuo oggetto di meditazione che ti porterà alla moksha, alla liberazione dai tuoi automatismi mentali e comportamentali che caratterizzano le singole nostre vite. Ma dietro ad esse cosa c’è? Lo stesso spirito vitale, la stessa energia: la Vita.
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Infine, se vuoi provare a meditare da solo per 3 minuti, segui i consigli qui sopra e fammi sapere come è andata!
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