Cause dello stress? Scoprile ed eliminale con lo yoga
Cause dello stress? Fare yoga ti aiuta a capirle e, nello stesso tempo, ti aiuta a trasformarle eliminando ansia e stress con cui tutti ormai conviviamo.
Ormai anche la scienza non ha dubbi: ascoltare cosa succede nel corpo e sciogliere le tensioni in esso accumulate, a volte da anni, può portare a galla intuizioni correlate a ciò che ci ha procurato una prima reazione stressante, poi sedimentata nel corpo.
In questo articolo abbiamo parlato nel dettaglio di cosa sia lo stress e di come riconoscerne i sintomi proprio a partire dall’ascolto e osservazione del corpo.
Per scoprire quindi le cause dello stress e andare a trasformare l’energia in esse racchiusa, lo yoga nella sua valenza fisica è davvero una delle armi migliori che abbiamo a nostra disposione.
Emozioni e sistema connettivo: dove si sedimentano nel corpo le cause dello stress
Le nuove frontiere mediche hanno scoperto che le forti emozioni provate anche molti anni fa si sedimentano nei tessuti, in quell’organo che è l’interstizio o tessuto connettivo. È una sorta di reticolato membranoso che avviluppa tutti i muscoli e le articolazioni. Questo suo essere ovunque nel corpo, permette di modificarne una parte agendo su un’altra (siamo tutt’uno anche fisicamente!). Il mio fantastico maestro di anatomia Fabio ce lo descrisse come il filamento bianco delle arance.
Le emozioni possono rimanere lì “congelate” una vita intera se non si agisce sul corpo per sbloccare le fibre contratte o, viceversa, se non si agisce sulla mente per far sì che questa parte del corpo “si sblocchi” grazie alla presa di coscienza . Questi due modi di agire vengono usati anche nelle psicoterapie contemporanee e vengono definite come terapie bottom up e terapie top down. Lo yoga e la meditazione fanno proprio lo stesso.
- Lo yoga agisce
- sul corpo per liberare ciò che si è bloccato in esso (e di conseguenza si sblocca anche qualcosa a livello mentale).
- La meditazione agisce sulla mente, modificando le attivazioni del cervello e di conseguenza del sistema nervoso che ne trasmette gli inout nel corpo.
Nella pratica dello yoga, le memorie cellulari dei piccoli e grandi traumi che vengono registrate nelle aeree del corpo, possono venire rilasciate, di modo che le tensioni lì racchiuse si sciolgano.
Questo avviene soprattutto nelle zone delle anche dove tendiamo a mantenere la memoria cellulare più frequentemente (il corpo si contrae quando siamo sotto stress, il diaframma si dilata meno e questo irrigidisce l’ ileopsoas, il flessore delle anche appunto). Questo ovviamente ha un benefico effetto anche sulla mente e sul benessere in generale.
Meditando andiamo più in profondità nella mente inconscia e capiamo, intuendolo, quali sono questi piccoli o grandi traumi poi sedimentati nel corpo. Come? “Semplicemente” stando presenti a quello che stiamo provando. Spesso non è piacevole, ma se ci permettiamo di rimanerci, gradualmente, sempre un po’ di più, riusciamo ad affrontare il nostro inconscio che in genere ci guida a nostra insaputa.
Le posizioni di apertura del cuore ci liberano dalle tensioni
Ecco perché nello yoga si parla sempre di rimanere “aperti” nelle posizioni, perché l’apertura del petto contribuisce all’espansione dello psoas e a sua volta dell’ileo.
Inoltre “lavorare” nello spazio del cuore amplifica la capacità polmonare. La cassa toracica, facendo posizioni che aiutino ad aprire questa parte del corpo, si amplia, grazie alla lubrificazione delle articolazioni che collegano costole e vertebre. Il loro movimento ne impedisce l’irrigidimento e ne migliora la fluidità.
Questa parte del corpo non solo è collegata al timo, che regola il sistema immunitario, ma ci aiuta anche a stimolare la produzione di ormoni della felicità.
In gergo yogico questa parte del corpo corrisponde al quarto chakra o chakra del cuore appunto, che corrisponde al plesso cardiaco.
Supportati dalla respirazione consapevole questi apparentemente banali e a volte strani movimenti, amplificano il range di movimento della cassa toracica. Questo permette all’energia elettrochimica di fluire meglio e di veicolare le informazioni più facilmente. Questo può avvenire in ogni parte del corpo dove portiamo l’attenzione mentre respiriamo. È come se il respiro sciogliesse le tensioni e permettesse alla forza vitale veicolata dalle nostre reazioni neurofisiologiche di scivolare meglio dentro di noi.
Questo lavoro sul corpo, permette di portare a galla nella mente ricordi o intuizioni su cose avvenute nel passato che ci hanno “contratto”. Su queste prime contratture fisico-emotive ne abbiamo appoggiate altre di simili perché il cervello e il corpo funzionano così: immagazzinano esperienze in base a ciò che hanno già sperimentato. Come se comprassimo libri in base allo stesso colore della copertina di modo da poterli archiviare insieme.
Capire le cause dello stress originato dalle vecchie esperienze
Non facciamo quasi mai esperienze nuove, ma le viviamo in base a quelle già fatte e già memorizzate. Funzioniamo così. E scoprirlo fu per me illuminante.
La conoscenza degli schemi mentali e corporei, ci aiuta a vederli all’opera e quindi a capire le cause dello stress che in essi si celano. Quello che abbiamo già vissuto reitera la produzione di sostanze stressogene del passato.
Uscire da questi schemi è proprio ciò a cui mira la pratica dello yoga sia nella sua valenza fisica e in quella meditativa.
Con la meditazione e le posizioni “strane” dello yoga, permettiamo a corpo e mente di uscire dai loro schemi, di sperimentare cose non conosciute e di uscire quindi dal selciato disegnato da ciò che appunto già conosciamo e che ha scritto la nostra storia.
Tutto questo, unito alle pratiche di yama e niyama con cui ci prendiamo cura di noi stessi e degli altri, le energie del nostro microcosmo è come se si allineassero con le leggi dell’a natura che ci vuole integrati in noi stessi e uniti a tutti gli altri come parte di un organismo più grande al cui prosperare tutti contribuiscono. Ai più potrebbero sembrare discorsi esoterici o di spicciola new age, ma se presi seriamente e senza la superficialità con cui spesso si pratica yoga oggi, non lo sono affatto. Lo so perché anche per me sono stati per tanto tempo discorsi un po’ assurdi!!
Eppure, una volta che si sperimentano i benefici di queste pratiche, è davvero difficile farne a meno. Lo yoga aiuta la mente a riportarsi nella giusta vibrazione perché, come un diapason, accorda letteralmente il corpo e la mente facendoli risuonare nella e della melodia della vita. Lo yoga e la meditazione cambiano l’energia elettrica che scorre nel corpo riportandolo nella sua naturale polarità.
Ricaricare le nostre pile (e la nostra elettricità) con la pratica yoga ci fa entrare in un mondo meraviglioso
Il corpo umano è come una pila e funziona in base alle stesse leggi della natura. Se rimaniamo come Duracell scariche non abbiamo armi per combattere lo stress e rimaniamo dai suoi ormoni dominati.
Così non possiamo capire che le cause dello stress stesso risiedono in schemi mentali e comportamentali a cui siamo assuefatti. E dato che nessuno ci ha insegnato come funzioniamo, ci priviamo della possibilità di vivere la vita vera, vivendone un surrogato fatto di successi effimeri e felicità in provetta.
Siamo esseri vibrazionali, solo che non ce rendiamo conto fino a quando cominciamo a farne fugaci esperienze che ci fanno sperimentare una dimensione diversa da quella che siamo abituati a vivere. Le esperienze normali è come se piano piano diventassero magiche!
“Sembrava che qualcosa, che veniva fuori da lei dolcemente come una serie di piccole onde, si allargasse, inglobando ogni cosa […] In un istante quell’aria densa invase lo spazio tra di noi, formando una membrana sottile ma visibile. Perciò Saseko [che cantava] mi appariva come attraverso il velo d’acqua di una bellissima fontana. Liquido, vibrante, trasparente. […] Con la mia limitata sensibilità fu questo che arrivai a percepire. In quel momento la canzone finì […] quell’addensamento di aria di disperse di colpo. A una velocità sorprendente.”
Banana Yoshimoto, Amrita, Feltrinelli, Milano, 1997, pag. 151
La mente tace e qualcosa di diverso parla. Ed è quello che succede anche praticando yoga, magari non in modo così esponenziale come capita negli alabastrini libri della Yoshimoto. Ma praticando yoga si isolano gli stimoli esterni focalizzandosi sul qui e ora di ciò che si fa con il corpo – spesso il segreto delle posizioni che si vogliono assumere non è tanto la forza, quanto l’attenzione focalizzata al minimo dettaglio dei muscoli e degli equilibri. Così facendo, si acquisisce una conoscenza e una consapevolezza di sé che non sempre si raggiungono razionalmente. E lo si fa proprio tramite l’esperienza di quanto avviene nel corpo.
È qualcosa che spalanca le porte di un giardino rigoglioso in cui un’orchestra di strumenti musicali risuona all’unisono con le piante, i fiori, il cielo, la terra. Si entra in una dimensione diversa e ci si va così a fondo che “la mente è come se davvero si mettesse finalmente a tacere e il vero sé piano piano cominciasse prima a sussurrare per poi parlare sempre più forte dentro di noi.” cit?
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Il nostro percorso Calma la mente mira proprio a questo: un percorso in moduli per cominciare a liberarci dalle zavorre che ci impediscono di vivere la vita che vogliamo davvero.
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