Come meditare bene? Non è così difficile!
Arrivare a sapere come meditare bene pare un traguardo irraggiungibile per tutti, neofiti o esperti. C’è sempre qualcosa dentro di noi che ci spinge a non sentirci all’altezza di far davvero bene quello che facciamo. Lo stesso succede con la meditazione e capita spesso di farci queste domande:
- Sono davvero capace di meditare bene?
- Starò davvero facendolo come si deve fare?
- Starò meditando bene?
- Sarà questo lo stato che devo raggiungere?
- Sarò seduto/a nel modo giusto?
- Dovrò respirare in un altro modo?
- Dovrò meditare di più?
- Quando vedrò i primi risultati?
- Come si fa a capire come meditare davvero bene?
Certo, esistono delle norme – non mi piace chiamarle regole – da seguire per meditare bene. Un po’ di sforzo è sempre richiesto, ad ogni “livello” di tecniche di meditazione. Il termine da cui deriva la parola meditazione, Dhyana, significa proprio concentrazione. Per rimanere concentrati e non disperdere l’attenzione nei mille pensieri che ci riempiono la testa e che ci fanno sentire come in una lavatrice, dobbiamo fare un po’ di fatica.
Quindi l’unico accorgimento da seguire è continuare a fare un po’ fatica!! Quando sentiamo che non ne stiamo più facendo, vuol dire che è come quando smettiamo di allenare un muscolo, pur continuando a voler fare massa: se meditando non facciamo un po’ fatica, non stiamo facendo massa di materia grigia volendo continuare con la metafora! Quindi sicuramente lo sforzo è richiesto, quanto la costanza che appunto sforzo richiede. Non è mera disciplina, è questione che il cervello cambia reti neurali solo con la ripetizione: la meditazione fa bene proprio perché è l’arma più potente per far fare al cervello quello che vogliamo noi. Ha gli stessi effetti degli psicofarmaci, solo che ci vuole più tempo, ma il risultato è definitivo!
Lo scopo delle tecniche di meditazione è sempre stato questo: cambiare l’uso di ciò che chiamiamo mente – la funzione del nostro encefalo – per trovare la felicità e vivere bene. Quanto questo discorso suona attuale, se pur questa è una pratica nata nella notte dei tempi.
La regola fondamentale per capire come meditare bene è ….
Secondo la nostra decennale esperienza, in primis di praticanti e poi come insegnanti, la norma forse ancora più importante per meditare bene, almeno al giorno d’oggi, è solo una: non sentirsi frustrati perché non si è ancora bravi da riuscire a fare il famigerato vuoto mentale. Occorre solo riuscire a non sentirsi sminuiti e a essere abbastanza umili da accettare il punto da cui si parte e partire da lì semplicemente accettando che ogni piccolo apparentemente insignificante passo è un passo verso il miglioramento. Un passo in un cammino eterno che ci porta a migliorarci ogni giorno partendo sempre dal punto in cui si è per continuare a migliorarci. Questo è il segreto per imparare come meditare bene.
Non valgono i “non ho tempo”, “è troppo difficile”, “non sono capace”. Si parte con poco, anche pochissimo, tempo, con una pratica facile per noi e si fa quello che si è in grado di fare. Nessuno nasce imparato. E lo stesso vale anche per la meditazione.
C’è un enorme potere nel non sentirsi bravi abbastanza, se non gli si lascia quello di farci sentire piccoli e spesso in colpa: non il senso di colpa, non la vergogna, ma la molla verso il cambiamento, la crescita.
Il vero segreto per meditare bene allora risiede nell’accettare che non si arriverà mai a meditare in modo perfetto e nel farlo sapendo che si evolverà sempre, in virtù dello sforzo verso il miglioramento eterno!
Perché lo sforzo è necessario per meditare bene
Sì certo, al di là della nostro “segreto”, occorre tenere la colonna dritta, sedersi in una posizione comoda a gambe incrociate o su una sedia, tenere gli occhi chiusi o socchiusi e rimanere immobili. Detta così sembra una tortura. In effetti per me lo era all’inizio: mettevo la sveglia dopo 4 minuti che duravano un’eternità e appena suonava la sveglia avevo i crampi per un minuto in genere alla gamba destra. Pensare che ora sto lì, immobile, minimo mezzora tutte le mattine.
Occorre far fare al corpo e alla mente cose a cui non sono abituati (stare fermi, focalizzarsi su altro che sui pensieri, non farsi distrarre da input sensoriali che arrivino dall’esterno: si può anche ascoltare gli input che arrivano da dentro, lo sapevate?!). Per questo è necessario lo sforzo. Senza un minimo sforzo ci alzeremmo subito! Ma appunto per questo occorre riconoscere da dove partiamo e cominciare da lì! E soprattutto trovare la meditazione, tra le tante tecniche di meditazione che ci sono, che più risuona con noi. Solo così potremo portare tapas – termine sanscrito tradotto con calore, fervore ancora prima di pratica ascetica – nel meditare con costanza e tenacia col fine di migliorare la nostra funzione cerebrale e la nostra vita in generale.
È proprio questo sforzo che permette ai circuiti neuronali di rinnovarsi e di andare a “sgretolare” le connessioni alla base dei nostri automatismi per costruirne di nuove che, solo con la ripetizione portata avanti dallo sforzo, si possono consolidare.
Ogni volta che hai dubbi o perplessità riguardo alle performance meditative…
Quindi sia che siate alle prime armi o meditatori esperti, vale la stessa “regola”: partire da dove si è con l’idea di migliorarsi ogni volta un pochino di più, accettandoci per come siamo qui e ora, coi nostri pregi e le nostre cosiddette imperfezioni che altro non sono che la molla al miglioramento!
Ogni volta che avrai dei dubbi, delle perplessità dei sensi si inadeguatezza, fermati un attimo e fai un bel respiro!
La meditazione insegna proprio a non cercare di dare risposte alle perplessità della mente, ma a stare con quello che c’è!
Non hai ancora ottenuto risultati? Non è vero! Ogni volta che ti poni in stato meditativo qualcosa nella tua mente cambia definitivamente, anche se ti sembra di non farlo bene. Il segreto è proprio abbandonare il controllo, il giudizio e il confronto con un termine di paragone che è solo nella nostra testa.
Prova semplicemente ad accettare che quello che fai va bene 🤩
Lascia andare e lasciati stupire!
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