Emozioni positive e respirazione sincrona per trovare la pace in corpo e mente
In questo articolo approfondiamo il potere delle emozioni positive correlate alla respirazione modulata e il potere del cuore come strumento generante questo tipo di emozioni.
In due precedenti articoli abbiamo parlato di coerenza cardiaca e HRV cuore, mente e corpo e di quanto l’alternanza del ritmo cardiaco sia uno dei maggiori fattori a determinare lo stato di salute globale dell’organismo.
Oggi vogliamo indagare ancor più il perché le emozioni positive siano così importanti per la salute e quanto non sia così difficile imparare a provarle. Ebbene sì. Possiamo insegnare al nostro corpo a provare emozioni positive anche se ci sembra impossibile, e anche se forse purtroppo siamo abituati a provare emozioni di senso opposto.
In un’epoca in cui ansia e stress sono ormai all’ordine del giorno – con tutte le problematiche che comportano non solo emotive, ma anche fisiologiche – sapere provare emozioni positive direi che non solo è di basilare importanza, ma che è imprescindibile se si vuole vivere bene.
La respirazione sincrona
Respirare in modo tale che l’espirazione e l’inspirazione abbiano più o meno la stessa durata permette di regolare gli impulsi elettrici prodotti dal cuore su frequenze periodiche, tipo segnali radio. Questo succede perché espirare e inspirare di ugual durata permette alle due parti del sistema nervoso di sincronizzarsi e questa sincronia viene letta dal cuore come pace e sicurezza. Le due parti del sistema nervoso autonomo convergono entrambe nel cuore e vengono attivate l’una dall’inspirazione, l’altra dall’espirazione. Se il cuore riceve messaggi armonici, può mandare messaggi di pace e sicurezza al cervello.
Quando respiriamo in questo modo calibrato, entriamo in uno stato di neutralità emotiva (come l’ha definita il dottor David O’hare) in cui le due parti del sistema nervoso autonomo sono in sintonia – ovvero nessuna delle due prevale, ma lavorano collaborando e facendo un uso ottimale dell’energia, come fanno i canottieri.
A partire da questo stato neutro (in genere siamo sempre sotto stress e travolti da emozioni che ci sopraffanno) è più facile notare quelli che Thich Nath Hanh chiamava i semi della felicità, le condizioni della felicità. Siamo più propensi cioè a notare le cose positive della vita. Ed è qui che avviene la magia: il sistema ormonale comincia a produrre le sostanze del benessere, in linea con quegli stessi input di pace e sicurezza inviati dal cuore al cervello. Se siamo sotto stress, il corpo pensa di essere in pericolo e, fisiologicamente, non riesce a sperimentare gioia.
Rallegrare la mente, generare momenti di gioia, come fossimo degli artisti.
Si legge nel commentario all’Anapanasati Sutra, il Discorso sulla consapevolezza del respiro.
Ma cosa sono le emozioni positive a livello fisiologico?
Quando proviamo emozioni “positive” significa che il nostro corpo sta producendo una serie di cambiamenti dentro di sé che sono benefici per il corpo: questo è ciò che letteralmente è un’emozione positiva!
Le emozioni positive son cambiamenti benefici nel corpo a livello di ormoni, pressione, battito del cuore, reazioni elettrochimiche che vengono interpretate dal cervello come piacevoli. Lo spiegava già la scienza dello yoga con i termini di raga e suka: desiderio e sensazione piacevole.
Quando riusciamo ad alimentare questo tipo di emozioni, questo tipo di assestamento elettrochimico nel corpo, cambiamo la nostra fisiologia. Questo cambia i nostri modi di essere, pensare, agire, relazionarci. E non è solo filosofia. È proprio una questione neuro-fisiologica.
Si può letteralmente insegnare a corpo e mente come assestarsi.
E se per magia si intende qualcosa di extra-ordinario, possiamo davvero parlare di magia.
Tutto quello che facciamo e proviamo a livello emotivo e fisiologico è dettato, letteralmente, da ciò che nel cervello è ordinario. E ciò che è ordinario è ciò che è diventato un’abitudine consolidata. La bella notizia è che possiamo costruirne delle altre!!
La neuroplasticità
Si chiama neuroplasticità, l’ innata capacità di ricablarsi, trasformarsi, cambiare del cervello. Quando cambiano le reti neuronali del cervello cambia anche ciò che produciamo nel corpo, che appunto governa tutte quelle sostanze che ci circolano dentro e che non solo sono la base delle nostre emozioni, ma che determinano anche i nostri modi di agire. O non agire.
Se il corpo e il cervello hanno imparato e memorizzato gli assestamenti neurofisiologici collegati ad ansia e stress, insonnia e nervosismo, rabbia e frustrazione, non ce ne libereremo finché non avremo insegnato al corpo e al cervello modi di essere diversi.
E, anche qui, l’aveva già capito l’antica scienza dello yoga, sebbene non coi termini della nostra scienza moderna e senza parlare di ansia e stress, ma combattendole già con le loro tecniche di respirazione e meditazione.
La meditazione fa infatti proprio questo: riprogramma i percorsi neuronali, facendoci uscire dai soliti schemi, a cui, volenti o nolenti, il corpo si abitua. Anche quelli che ci fanno star male. Inoltre, guarda caso, chi pratica yoga ha una migliore alternanza della variabilità del ritmo cardiaco, che determina lo stato di coerenza cardiaco alla base di quelle emozioni positive che tutti noi cerchiamo. come spieghiamo nella seconda parte di questo articolo.
Coinvolgere gli altri aumenta il potere delle emozioni positive
Quando proviamo emozioni che coinvolgono anche gli altri come la gratitudine, l’amore, l’apprezzamento, la voglia di condividere il nostro corpo sta ancora meglio. Siamo davvero tutti uniti come cellule di uno stesso organismo e la forza della vita lo riconosce. Quando infatti siamo grati o apprezziamo qualcosa o qualcuno produciamo maggiore ossitocina (l’ormone del benessere). A sua volta l’ossitocina stimola la produzione di:
- serotonina, che stabilizza l’umore
- dopamina, mediatore della motivazione
- endorfina, che ci garantisce il buon umore
Inoltre produciamo maggior quantità di DBNF, considerato il fertilizzante del cervello in quanto aiuta proprio la neuroplasticità: apprezzando gli altri aiutiamo i nostri neuroni a ricablarsi più facilmente su schemi più benefici per noi stessi!!
Ovviamente quando proviamo questo tipo di emozioni positive, siamo anche più socievoli e portati a collaborare. Si attiva infatti la parte del sistema nervoso autonomo collegata al social engagement, che permette la collaborazione, il supporto e le buone relazioni. Questo stato interiore di pace e di apertura all’altro permette di co-regolare il sistema nervoso altrui, come un diapason che accorda gli strumenti sulla stessa nota. Approfondisci questa tematica qui.
Tecniche scientificamente provate
Una delle tecniche ideate dall’HeartMath Institute in California che da oltre 30 anni studia la coerenza cardiaca, ci aiuta proprio a fare questo: a condividere con gli altri un’emozione rigenerante per aiutarci a cambiare i nostri automatismi. Oltre che a far bene agli altri, facciamo bene a noi!
La scienza infatti ha provato che le frequenze delle emozioni si propagano attorno a noi creando un campo elettromagnetico che impattano lo spazio degli altri, sia positivamente che negativamente. dipende se emettiamo emozioni positive o negative. Benefiche o nocive per noi stessi e quindi anche per gli altri. E questo succede che ci piaccia oppure no. Che si sappia oppure no. MA ora che lo sai non puoi più far finta di non saperlo!!
Prova subito una pratica per stimolare la tua apertura del cuore coinvolgendo gli altri e alimentando la tua coerenza cardiaca. Farai bene a te e anche all’organismo di cui fai parte. Ricorda che siamo tutte onde dello stesso mare. La trovi a questo link: pratica buddista di metta* abbinata a una tecnica dell’HeartMath.
E se vuoi scoprire ulteriori poteri del tuo cuore, sia filosoficamente che scientificamente parlando, dai un occhio al nostro minicorso La potenza del cuore.
* Metta in lingua pali significa benevolenza, apertura del cuore verso noi stessi e gli altri.