Gestire l’ansia e la paura con la gentilezza dello yoga
Per gestire l’ansia, la paura, nervosismi e preoccupazioni, parlare di gentilezza e amorevolezza pare non c’entrare nulla. Ma ovviamente non è così.
Tutti i sentimenti negativi che proviamo, derivano, in fondo, da un generale non essere gentili e amorevoli con noi stessi, la qual cosa si traduce appunto in ansia e timori per ciò che potrebbe succedere o non succedere.
Il punto è proprio questo: potrebbe. Ma anche no.
Il fatto che sia già successo, a noi o ad altri, che una qual cosa sia andata storta, è una delle tante possibilità. Non l’unica.
La più probabile? La nostra mente tende a voler controllare e a voler sapere, quindi sì, quella cosa che noi crediamo la più probabile è molto più probabile si manifesti perché la rendiamo probabile noi con la nostra predisposizione interiore.
La verità è che noi abbiamo la paura apocalittica dell’incertezza: questa paura primaria è la causa delle paure secondarie.
Una paura sana, che ci permette di scappare quando c’è un pericolo da cui doverlo fare, non si traduce in ansia. E non ci sarebbe bisogno di gestirla.
Per gestire l’ansia dobbiamo sapere ciò di cui dobbiamo avere paura davvero
Ciò di cui dovremmo avere davvero paura, come sottolinea Lama Michel del Kunpen Lama Gangchen, sono le attitudini da cui si generano le sensazioni spiacevoli.
O figlio di Kunti, chi ha saputo evitare queste tre porte dell’inferno (kama, krodha, lobha) sta agendo veramente per il proprio bene/ si dedica ad attività che favoriscono la realizzazione spirituale e gradualmente raggiunge la destinazione suprema.
Bhagavad Gita XVII.22
Kama krodha lobha: ecco di cosa dovremmo aver davvero paura. Cupidigia, collera, avidità. Dentro di noi. Ogni giorno. Sono i nostri veri demoni, i nostri più feroci nemici, ciò che ci preclude la possibilità di liberarci dalle nostre catene materiali. Bramosia, collera, avidità.
Ma come fare per liberarsi da collera, paura e dai desideri materiali che generano sofferenza e nascono dagli oggetti dei sensi? Come liberarcene per non dover più gestire l’ansia che da essi derivano?
Spostando l’attenzione su altro: tutti gli oggetti, materiali e non, emanano fasci di energie che attirano la nostra mente e la portano a entrare con loro in risonanza.
Lo yoga implica il distacco da ogni attività sensoriale. Ci si stabilisce nello yoga chiudendo le porte dei sensi, concentrando la mente sul cuore e trattenendo l’aria vitale alla sommità del capo.
Bhagavad Gita VIII.12
Prepararsi ad avere sempre impressioni positive vuol dire anche crearsi un ambiente positivo di pensieri: sì, ci si può sforzare di pensare positivo invece che negativo. Sì, ci si può sforzare di creare vibrazioni dentro di sé in linea con tali pensieri. Come? Decidendo di non alimentare pensieri di violenza di alcun tipo, di paura, di senso di privazione. E questo dovrebbe bastare? All’inizio ovviamente no. Ma anche i pensieri hanno una carica energetica che influenza il campo interiore ed esteriore, lo sapevate?
E poi si può sempre provare no? In caso si può sempre tornare a vivere come prima, se non funziona. 5 minuti al giorno di pratica. Bastano 5 minuti.
“O figlio di Pritha, la determinazione che è in tamas guna è caratterizzata dalla stupidità e non riesce ad andare oltre i sogni, la paura, il lamento, la tristezza e l’illusione”, si legge nella Bhagavad Gita, XVIII.35
Praticare yoga aiuta a portare le onde cerebrali a uno stato di calma, quello che precederebbe gli stati di ansia o di paura13 o di semplice caos mentale in cui in genere è imbrigliata la mente. Come? Semplicemente perché ci riporta al qui e ora, mantenendo la mente occupata, facendo fare al corpo ciò che non è abituato a fare.
Meditare aiuta ad avere pensieri positivi anche fuori dalla meditazione
Abbiamo la reale e concreta capacità di modulare le nostre frequenze cerebrali grazie a pratiche fisiche e meditative? Sì, sembra una cosa magica e magica lo è davvero perché chi arriva a tanto, diventa davvero un mago, qualcuno capace di fare cose soprannaturali, che vanno cioè contro gli schemi impostici da ciò che consideriamo naturale.
Abbiamo la capacità di calmare i pensieri e di superare lo stato di paura “semplicemente” focalizzandoci sull’amore interiore: questo abbassa istantaneamente le nostre onde cerebrali. Con la pratica possiamo riuscire, piano piano, a identificare la paura esattamente come tutti gli altri stati d’animo e i pensieri, prima che la nostra parte conscia e inconscia la amplifichino: focalizzandoci sul nostro cervello del cuore, osservare la paura da un’altra angolatura sarà facile. Potrebbe alla fine essere presa addirittura come un monito e, in quanto tale, se capaci di interpretarlo correttamente, potrebbe anche esserci utile nel nostro cammino.
Amore, devozione, abbandono, non violenza, fiducia, arrendevolezza: le vie per arrivare alla moksha, alla liberazione dalla sofferenza.
E tutto questo si può raggiungere meditando.
5 minuti al giorno di meditazione. Anche 4. All’inizio sembreranno una tortura. Ma poi non ne potrete più fare a meno.
Provare per credere!
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Non attirato dal mondo dei sensi, lo yogi realizza la gioia sempre nuova che vi è nel Sé. Impegnato nell’unione divina dell’anima con lo Spirito, egli ottiene l’eterna beatitudine.
Bhagavad Gita V.21