Il concetto di non dualità per il tuo benessere psicofisico
Per gestire l’ansia, avvicinarsi a (o approfondire) concetti filosofici come la non dualità può sembrare non aver molto senso. Ma in realtà non è così.
Se cominciamo a guardare le cose non più come opposte, ma come complementari, possiamo, da subito, accogliere anche aspetti di noi e della nostra vita che in genere di procurano turbamento, in modo più funzionale al nostro benessere psicofisico. Questo ci darà immediatamente una marcia in più nella nostra capacità di gestire l’ansia.
Come può la filosofia venirci in aiuto?
Tutto ciò che ci pare opposto, se considerato nel suo insieme di apparenti opposti è, come abbiamo suddetto, complementare.
Come nella figura del tao.
Nella filosofia induista, la scuola di pensiero più conosciuta è proprio l’Advaita Vedanta di Shankara: in essa l’idea fondamentale è che non esistano divisioni tra noi e l’energia (il Brahaman) da cui veniamo e di cui l’essere umano incarna una scintilla.
Chandogya Upanishad VI. 8.7
Tu sei Quello (tat tvam asi)
Bhrihadaranyaka Upanishad I. 4.10.
Io sono Brahman (aham brahmasmi)
La mente non duale ci aiuta a gestire l’ansia
Non c’è separazione tra io e il divino, tra noi e gli altri.
Tutto è energia e più rimaniamo connessi a questa idea che, una volta interiorizzata non è più un concetto ma diventa un modo di vivere, e più viviamo …bene!
Eppure siamo portati a sperimentare di continuo la dualità: in primis la separazione tra noi e il divino (se così ci piace chiamarlo) e tra noi e gli altri, e ovviamente la dualità delle sensazioni, emozioni e pensieri: il bene e il male, il bello e il brutto, il caldo e il freddo, il giusto e l’ingiusto e così via. La dualità è il modo con cui l’energia si manifesta e con cui si può fare esperire. Non è una gran consolazione sapere queste cose quando non si sta bene, ma abbi pazienza ancora un po’: approfondendo il concetto magari farai clic anche tu!
Quello che possiamo fare è inizialmente sperimentare la non dualità in noi stessi e questo vi assicuriamo che già è un validissimo aiuto per gestire l’ansia. E come si fa?
La cosiddetta mente non duale è la mente del bambino che non è ancora condizionata dagli automatismi – tutto ciò che pensiamo si ricollega a ciò che abbiamo già sperimentato nel passato per cui si creano delle specifiche reti neurali e non altre (è lo stesso processo che avviene anche nella metilazione del DNA per cui certe zone del gene non si attivano, precludendo l’espressione proteica dell’informazione in esse racchiusa, in base agli input ricevuti dall’ambiente circostante, ovvero da ciò che il corpo sperimenta, in base anche a ciò che inizialmente riceve dall’esterno).
Nel buddhismo tibetano Nyingmapa, il lignaggio più antico, lo Dzogchen è lo stato naturale e primordiale, ovvero una condizione spontanea della mente: in questo stato è come se si connettessimo a pensieri non determinati da impulsi nervosi dettati dai nostri input primari che hanno plasmato la nostra mente e i nostri comportamenti (se vuoi puoi approfondire tutto questo nei nostri corsi di meditazione Calma la mente).
La mente non duale vibra di altre frequenze, di altre onde e non ha bisogno degli input sensoriali per “pensare”.
È uno stato che si può raggiungere meditando.
La non dualità delle emozioni
Un’altra cosa che possiamo provare a sperimentare è la non dualità delle nostre emozioni, imparando ad integrare, come diceva Jung, le nostre ombre. I nostri sentimenti negativi, le nostre paure, le nostre fragilità e insicurezze, sono solo l’altro lato della medaglia: ognuno nasce con un kit di caratteristiche, di peculiarità, che sono energia che può manifestarsi da un lato o dall’altro, ma che in sé è la stessa.
Cosa ha da insegnarci la nostra paura? Quali lati positivi possiamo trarre da essa? E quali la rabbia e la gelosia? Se non provassimo queste cose “negative” non avremmo in noi il seme del loro opposto. Questo è stato uno dei clic maggiori della mia vita!!!
Tutto è energia che si polarizza e si manifesta o sotto forma d’onda o sotto forma di materia a seconda delle frequenze. Più sono basse e lente più si abbassa lo spettro e più ci si addentra nella materia. E viceversa.
Nel webinar sul corpo energetico abbiamo parlato della polarità dell’elettrone, della sua capacità di essere onda e corpuscolo (tra l’altro a seconda dello sguardo dell’osservatore..) e della sua capacità di saltare da un orbitale all’altro, spostandosi ed emettendo energia sotto forma di luce.
Noi siamo fatti di luce essendo fatti di atomi!!
La stessa energia racchiusa in un’emozione “negativa”, che noi esperiamo come tale perché ci procura sensazioni che associamo a un pensiero “di dolore” sofferenza, mancanza ecc, può essere direzionata verso il suo apparente opposto: pensateci!
Ognuno nasce con delle caratteristiche, come il seme della quercia e quello del salice. Ognuno ha le sue peculiarità: ma uno stesso seme, se troppo annaffiato, o troppo poco annaffiato, non prospera. Cambia il seme? No, cambia la sua manifestazione.
Così per le nostre caratteristiche: vedere i nostri difetti come le nostre qualità latenti non ben innaffiate, può fare davvero tanto.
Da qui si potrà passare piano piano a sperimentare l’unione con gli altri e col tutto. Come puoi leggere in questo altro nostro articolo.
A breve approfondiremo, in un altro articolo, questo concetto anche dal punto di vista scientifico: non perdertelo!!