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Le basi del nostro benessere psicofisico: siamo natura e il nostro tempo è ciclico
- 22 Dicembre 2021
- Pubblicato da: Amayogacura
- Categoria: Benessere psicofisico Natura e yoga
Se vogliamo raggiungere benessere psicofisico duraturo, sentire che anche noi siamo parte di questo organismo vivente che ci ospita, è fondamentale. E appagante!
Siamo natura, il nostro tempo non è lineare, ma è ciclico, che ci stia bene o no.
Nel nostro webinar di dicembre 2021 – così come in tanti post sui nostri social – abbiamo parlato del tema del dare e ricevere. È un tema che è importante da affrontare per prendersi cura di sé e che può declinarsi in diversi modi. Se nel nostro incontro online abbiamo parlato di come questa alternanza di espansione e ritrazione corrisponda al movimento di apertura e chiusura degli occhi di Shiva, possiamo vedere qui tante altre corrispondenze.
Unmesha, espandersi, aprire gli occhi, manifestarsi e Nimesha, chiudere gli occhi, assorbirsi, nascondersi
I nomi della natura nella mitologia classica
Anche se non ce ne accorgiamo, se non stando in un ascolto profondo, anche il tempo per noi è così, ciclico. In origine ce lo mostrava, ad esempio, la mitologia classica:
Le Ore, signore del tempo, avevano tre nomi alquanto significativi: Tallo, la fioritura; Auso, il rigoglìo, Carpo, il frutto
Inizialmente erano tre, poi divennero quattro e infine dodici, con gli Egizi e i Romani.
Anche gli Egizi avevano visto lo stesso segnale: le Ore rappresentavano l’ordine razionale (la manifestazione) contro le forze del Caos (gli occhi chiusi di Shiva) che, se non domate, avrebbero annientato l’universo governato da Ra, padre delle Ore stesse.
Il vero benessere psicofisico lo ritroviamo scandendo il nostro tempo in modo ciclico
Ma torniamo a noi “umani” di oggi: noi che non facciamo distinzione tra le ore di luce e quelle di buio, tra le giornate lavorative e le domeniche, noi che fissiamo otto ore (sulla carta!!) costanti di lavoro quotidiano, noi che abbiamo scordato di ascoltare il ciclo femminile e lo regoliamo chimicamente, noi che “deve finire l’allattamento” perché bisogna tornare al lavoro. Chi ci crediamo di essere? Quand’è che abbiamo deciso che il tempo dovesse essere lineare e scandito da delle decisioni, anziché dall’ascolto di ciò che siamo, ovvero natura?
La Natura alterna le stagioni, il nostro cuore dilata gli atri per accogliere (energia femminile) il sangue e i ventricoli si contraggono (energia maschile) per spingerlo in tutto il corpo. Lo stesso movimento di ogni respiro: contrazione, rilascio. Lo stesso di ogni unione sessuale: dentro, fuori.
Perché non decidiamo nel nostro piccolo di assecondare questo moto alternato naturale che ci rende vivi? Cosa fa sì che, per il nostro benessere psicofisico, non ricordiamo a noi stessi che siamo natura? Perché non apriamo le ali e, con lo stesso movimento, iniziamo a volare?
Dipende solo da noi!